Celiachia o sensibilità al glutine?

La celiachia, o malattia celiaca, è un’infiammazione permanente della mucosa del duodeno provocata dall’ingestione di glutine, in soggetti geneticamente predisposti.

Il glutine è la frazione proteica del grano. La principale proteina del glutine è la gliadina. Sebbene il termine glutine indichi propriamente solo il complesso proteico alcool solubile estratto dal grano, questo termine viene comunemente esteso alle corrispondenti proteine della segale e dell’orzo, che si chiamano, rispettivamente, secalina e ordeina.

Come si fa diagnosi di celiachia?

Il primo step per la diagnosi di celiachia è il sospetto clinico posto dal medico curante in seguito al riscontro di segni e sintomi suggestivi.

Il goldstandard, secondo ESPHGAN negli adulti, è rappresentato dalla positività agli anticorpi di classe IgA antitransglutaminasi ad alto titolo e dalla conferma della positività agli AntiendomisioEMA. Se le TTG sono a basso titolo la diagnosi dovrà essere confermata da una biopsia duodenale in cui si repertano lesioni tipiche con appiattimento dei villi duodenali ed infiltrato infiammatorio.

Quali sono i sintomi correlati all’assunzione del glutine?

Nella forma classica 27%: più rara nell’adulto associata ad un esordio nei primi anni di vita.

  • Sintomi intestinali: caratterizzati da diarrea, vomito, addome globoso, ipotonia ed atrofia muscolare e scarso accrescimento.
  • Sintomi gastrointestinali: malassorbimento di vitamine, di ferro, di vitamina D, di amminoacidi, di Calcio che porta alla diarrea.

Nella forma atipica 52%: più frequente nell’adulto e colpisce prevalentemente le donne.

  • Sintomi extraintestinali: aumentato rischio di fratture, ipoplasia dello smalto dei denti, anemia, infertilità, aborti ricorrenti, ipotensione, ipertransaminasemia, debolezza degli annessi, ulcere mucose della bocca, dermatite erpetiforme, artralgie, mialgie, sindrome da fatica cronica, epilessia e DCA.
  • Trattamento: dieta senza glutine

In assenza di sintomi 20%:

  • forma silente: caratterizzata dalla presenza di anticorpi specifici nel sangue periferico (anti-endomisio, anti-transglutaminasi) in presenza di lesioni della mucosa duodenale.
  • forma potenziale: caratterizzata dalla presenza di anticorpi specifici nel sangue periferico (anti-endomisio, anti-transglutaminasi) in assenza di lesioni della mucosa duodenale.

Trattamento: questi pazienti possono mangiare il glutine; spesso sono asintomatici.

 

SENSIBILITÀ AL GLUTINE NON CELIACA

La sensibilità al glutine non celiaca (NCGS) è una sindrome caratterizzata da sintomi intestinali ed extraintestinali correlati all’ingestione di alimenti contenenti glutine.

Mentre nella celiachia l’organismo riconosce come”anomala” la gliadina del glutine, nella sensibilità al glutine non celiaca l’organismo riconosce “anomale” alcune componenti del grano.

DIAGNOSI: Non esiste ancora un valido biomarcatore per la diagnosi di NCGS.

Le biopsie intestinali dei pazienti con NCGS hanno mostrato un aumento dei linfociti intraepiteliali (MarshI) e la presenza di marcatori associati all’immunità innata (macrofagi) piuttosto che adattativa (linfociti) come nella celiachia.

SINTOMI: La maggior parte dei sintomi sono di natura intestinale ed assomigliano molto a quelli della sindrome del colon irritabile (flatulenza, meteorismo, crampi e gonfiore addominale) e della dispepsia funzionale, ma i pazienti riferiscono essere conseguenti all’ingestione di glutine.

PREVALENZA: Non è ancora chiaramente definita, ma è certo che sia più frequente della celiachia.

TRATTAMENTO: la dieta priva di glutine appare attualmente la strada più semplice per risolvere il problema. Troppo spesso però essa viene frettolosamente consigliata al paziente senza fornirgli strumenti necessari o, peggio, iniziata autonomamente.

Questo rischio di causare carenze, oltre di influenzare negativamente la ricchezza e la composizione del microbiota riducendo i batteri benefici.

Se il paziente è sintomatico, si consiglia di:

  • Valutare i sintomi mediante il diario
  • Eliminare il grano dalla dieta ed Eliminare gli alimenti FODMAP per 2 settimane
  • Prevedere l’utilizzo quotidiano di cibi fermentati e di prebiotici naturali (inulina, FOS)
  • Valutare se c’è carenza di ferro dovuta a problemi di malassorbimento: dosaggio anticorpi anti IgG, dosaggio TSH e Anti TPO poiché IL 35% dei pazienti con celiachia svilupperà anche la tiroidite di Hashimoto, dosaggio ferritina, acido folico, vitamina D, vitamina B12, calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, omocisteina, PTH, Zinco..
  • Un trattamento con il probiotico PENTABIOCEL per 6 settimane, è efficace nel migliorare la gravità dei sintomi di tipo IBS, nei pazienti con CD, ed è associato ad una modifica del microbiota intestinale, caratterizzato da un aumento dei bifidobatteri. NB: È sconsigliato procedere all’eliminazione del glutine per valutare la remissione dei sintomi.

    Prima di iniziare una dieta senza glutine è necessario rivolgersi a una figura professionale per assicurare un corretto inquadramento clinico!

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